di Giuseppe Barbato
In casa granata tiene banco l’eventuale arrivo di Jerome Boateng. L’asso tedesco, 35 anni, è svincolato e per la trattativa si ragiona su due formule. La prima prevede un accordo fino a giugno, con opzione per l’anno prossimo; la seconda prevede un accordo per 18 mesi. Prima però di capire se verrà definito l’accordo con il difensore è importante capire cos’è successo nella sua vita da quando la scorsa estate ha lasciato il Lione. Boateng sta bene fisicamente? Perché non ha firmato col Bayern lo scorso settembre? Queste sono le due domande centrali:
La scorsa stagione è stata molto difficile, a causa di un infortunio al ginocchio che gli ha fatto perdere quasi tutta l’annata (solo 8 presenze in Ligue 1). Questo, unito alla complicatissima situazione finanziaria dell’OL, ha portato il club francese a non rinnovarlo. Da questo punto in poi Boateng ha lavorato per proprio conto per riprendere la condizione atletica e valutare eventuali proposte. Tanti club sono stati accostati a lui, su tutti quelli dell’Arabia Saudita. Da lì sono giunte offerte, con un ricchissimo contratto sullo stile di quelli offerti a tanti altri campioni. Boateng ha rifiutato nella convinzione di giocarsi ancora qualche chance in Europa. In questo modo ha passato l’estate: attesa dell’offerta giusta e lavoro per ritrovare lo smalto atletico.
Il possibile turning point della sua stagione è giunto a settembre. Boateng aveva chiesto al Bayern Monaco di potersi allenare all’interno delle sue strutture, il club ha dato il consenso come da politica del club tedesco che in passato l’ha concesso ad altre sue ex-stelle. Siamo a settembre, periodo in cui il Bayern era flagellato da infortuni proprio nel reparto arretrato: i problemi fisici di Kim, De Ligt, Buchmann e Upamecano creavano molti grattacapi al tecnico Tuchel. Qui nasce l’idea di riprendere Boateng, anche alla luce della condizione atletica riscontrata durante gli allenamenti. Quella giusta per rientrare a giocare, anche solo per poche partite e fare la riserva di lusso. Quando l’accordo sembrava possibile il Bayern decide di non ingaggiarlo. La notizia però era diventata di dominio pubblico, al punto tale che il club ha dovuto spiegarla con un comunicato.
Il club ha chiarito come il mancato ingaggio fosse dovuto soltanto a ragioni tecniche, ribadendo come fisicamente fosse pronto a giocare: dati i recuperi in difesa non serviva un innesto in quella zona. Secondo alcuni è stata una scusa per giustificarsi davanti a quella parte di tifoseria contraria al suo ritorno. Come mai questa contrarietà? Perché Boateng è stato condannato per violenza domestica. Lo denunciò l’ex-compagna che raccontò di essere stata picchiata al termine di una lite. Boateng ha ammesso la circostanza, ridimensionandone la portata. Il processo si è concluso in prima battuta nel settembre 2021, quindi subito dopo l’addio al Bayern, con una condanna per Boateng, riconosciuto responsabile di violenza verbale e fisica. Oltre a questo è stato condannato a un risarcimento di 1,8 milioni di Euro.
Un anno dopo la condanna è stata confermata, con riduzione del risarcimento che è stato ricalibrato (1,2 milioni). Boateng ha chiesto la revisione del processo per vizi procedurali, l’Alta Corte della Baviera proprio in quei giorni ha accolto la richiesta. Il processo comincerà la prossima primavera. Già ai tempi del Lione se ne parlò molto: la linea adottata allora dal club francese e in autunno dal Bayern è quella che si tratta di “vicende private”, che non attengono al rendimento sportivo del calciatore. Una linea che però non convince molti, non solo dentro il Bayern. Da tempo si parla del rapporto tra calcio e violenza di genere e c’è chi mette in discussione questa separazione, non solo sul piano delle tifoserie ma anche da parte dei club. Basti pensare a quant’è successo nel calcio inglese con la vicenda di Greenwood, escluso dal Manchester United.
L’eventuale arrivo di Boateng pone una questione del genere, non solo i dubbi sul piano fisico che però sarebbero annullati da un accordo economico a brevissimo termine che tuteli la Salernitana. Ogni tifoso sarà chiamato a farsi un’opinione, in un dibattito che nel calcio italiano resta sotterraneo o limitato ai social come dimostrano le vicende di Seck e Portanova. Tutto il resto sta a una trattativa che non andrà per le lunghe, nel bene e nel male.
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